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Cosa pensarebbe Hobbes di Salvini?

  • Immagine del redattore: Florin Madarjac
    Florin Madarjac
  • 26 mar 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 12 apr 2020

1651. Anno della pubblicazione del “Leviatano”, un’ opera politica scritta da Thomas Hobbes con l’intento di descrivere la sua ideale concezione dello Stato e del suo Sovrano. Hobbes non può essere certo definito un uomo di sinistra per le sue idee assolutistiche e decisivamente indirizzate alla conservazione del potere nelle mani di pochi; tuttavia sottolinea l’importanza del potere come strumento capace di eliminare le ostilità fra gli uomini, grazie anche all’uso della violenza. Potere visto come indispensabile e irrevocabile dopo che il popolo ha dato una votazione e ha scelto di sottomettersi al medesimo potere. Il Sovrano delineato da Hobbes può essere sia il singolo, ma anche un ristretto numero di persone che governa in modo “assoluto”, l’accezione che ne dà il filosofo è di un governo che non conosce né un limite giuridico né etico.

2019. Matteo Salvini, ministro degli Interni e vice-presidente del Consiglio, fa prevalere l’immunità parlamentare contro la richiesta da parte della Magistratura di procedere contro di sé, con l’accusa di sequestro di persona aggravato. L’ accusa nasce dopo che nel 20 agosto 2018 il Ministro dà ordine di non far sbarcare i migranti soccorsi in acque internazionali da imbarcazioni italiane, violando gli accordi internazionali e permettendo di sbarcare solo dopo quasi una settimana.

18 FEBBRAIO 2019. Il destino processuale di Salvini viene posto nelle mani degli iscritti al partito del Movimento 5 stelle, i quali vengono chiamati a dare una votazione sulla piattaforma Rousseau (paragonando una scelta di tale portata a un votazione che può essere quella per il Festival di Sanremo, anche se l’opinione pubblica si è concentrata maggiormente su quest’ultima). La scelta che hanno dovuto compiere gli elettori grillini è quella di accettare o meno che gli atti politici possano essere, usando un termine di Hobbes, “assoluti”, ovvero immuni dai limiti posti dalle leggi e dalla magistratura; oppure consentire al potere giudiziario di compiere il proprio dovere , giudicare e punire, i medesimi atti politici. Sorge un quesito: uno Stato definito moderno come l’Italia come si dovrebbe comportare? Hobbes risponderebbe che Salvini non può essere processato poiché ha ricevuto il potere dal popolo dopo il 4 marzo, ma il filosofo è vissuto fra il 1588 e il 1679. Un italiano del 2019 che cosa risponderebbe oggi? Ma non è possibile rispondere senza indagare la legittimità dell’immunità stessa e fino a che punto va estesa. Hobbes afferma che il Sovrano ha pochi limiti e sono identificati nel non poter costringere un uomo a uccidersi o a farsi violenza in altri modi, dunque casi molto particolari. Queste proibizioni sono eccessivamente limitative per assicurare un governo giusto e del popolo, nemmeno un’estensione di questi limiti alle libertà fondamentali, che ogni carta costituzionale difende, renderebbe legittima l’immunità di alcuni uomini rispetto ad altri di fronte alla legge, poiché gli stessi diritti fondamentali mettono sullo stesso piano tutti i cittadini. Allora perché l’immunità parlamentare è ancora permessa e sfruttata in un Paese moderno, o almeno così è definito, come l’Italia?


“Poiché non si poteva trovare la giustizia, si è inventato il potere.” Blaise Pascal.

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