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  • Immagine del redattoreFlorin Madarjac

Teolopoli e i 3 quartieri: una fiaba moderna sulle religioni.

Aggiornamento: 1 mag 2020

In un tempo remoto dal nostro e in un luogo così lontano da noi, per cui gli scienziati non hanno ancora inventato un’unità di misura adatta a calcolarne la distanza, c’era una particolarissima città. Tutti la chiamavano Teolopoli, il perché era oscuro a tutti, eccetto al Governatore Supremo. La particolarità di questa città era la divisione in 3 diversissimi quartieri: Città del grande Yahweh, Città del più grande Cristo, Città dell’ancora più grande Allah. I sindaci di questi tre quartieri potete benissimo immaginare che si chiamavano Yahweh, Cristo e Allah. Sì, pensate bene, erano molto egocentrici e il loro passatempo preferito era litigare con gli altri due sindaci.

Un bel giorno la tensione era alle stelle e sarebbe scoppiata una guerra sanguinosa e disastrosa, allora Cristo, che era il più pacifico fra i tre, propose una scommessa: chi avesse convinto ad unirsi al proprio quartiere il prossimo straniero che sarebbe arrivato a Teolopoli, avrebbe vinto la scommesso e, per punizione, gli altri due sindaci avrebbero dovuto lustrare per sempre le scarpe del vincitore. Immaginate che ansia provavano i tre sindaci aspettando che un viandante passasse per caso dalla città, e che paura di dover lustrare per sempre le scarpe del proprio odiatissimo avversario. Era mercoledì, si sa che il mercoledì è il giorno più fortunato per vincere una scommessa, e arriva in città uno straniero che nessuno aveva mai visto. Subitissimo i tre sindaci vanno incontro al viandante e si buttano ai suoi piedi e fra preghiere, minacce, teorie metafisiche che neppure i migliori filosofi di tutto il mondo avrebbero capito, cercarono di convincere il pellegrino. Ma lui niente, non voleva saperne di scegliere.

Si è fatta notte, tutti i sindaci erano distrutti, amareggiati, coi capelli strappati, eccetto uno, nel tentativo di convincerlo. Pensate a che scena buffa: il grande Yahweh, il più grande Cristo e l’ancora più grande Allah, che di solito erano vestiti con i migliori tessuti di tutto il mondo, truccati con i migliori pigmenti dell’Oriente, profumati con i migliori profumi d’Oltreoceano, ora erano sporchi, con i vestiti stracciati e di certo non più profumati dopo una giornata a sudare sette camicie, o vestaglie com’erano uso dire all’epoca. Esasperato, Allah decise di impugnare la sua scimitarra e con tutte le forze che gli rimanevano urlò allo straniero: “Ma tu chi sei?! Perché non vuoi deciderti a scegliere uno fra noi tre, sono disposto a lucidare per sempre le scarpe del vincitore, ma tu ora devi scegliere o io ti trafiggerò con la spada dei miei antenati!!”

Se pensate che il viandante si fosse spaventato, vi stareste sbagliando di grosso.

In quel momento, con un’eleganza e una regalità che nessuno aveva mai visto prima, si tolse il cappuccio del proprio mantello e mostrò il volto di un bellissimo vecchietto, dalla cui bocca uscirono queste parole: “Figli miei, esatto, vi chiamo così perché io sono il Governatore Supremo, non potrei mai scegliere un preferito fra voi tre. Vi amo in egual misura, e la vostra continua lotta mi sta facendo ammalare, vi prego smettetela di litigare fra voi. L’unica strada è la fratellanza, solo così sarete felici. Sono disposto io stesso a lustrarvi le scarpe per i pochi anni che mi restano, ma voi non litigate più”

I tre sindaci in lacrime, addolorati dal pensiero di tutto il male che avevano fatto, smisero di litigare e ,abbracciandosi l’un l’altro, promisero solennemente di non litigare più, ma di vivere in pace per sempre.

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