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  • Immagine del redattoreFlorin Madarjac

Il Grande e Terribile Oz, o sul potere carismatico.

Aggiornamento: 22 lug 2020

“Il meraviglioso mago di Oz”, uno dei romanzi appartenenti alla letteratura per ragazzi più famoso al grande pubblico grazie alle numerose copie vendute e alle diverse sceneggiature teatrali e cinematografiche, viene pubblicato nel 1900 dal noto reporter politico L. Frank Baum. La critica letteraria successiva ,e in particolar modo l’analisi del 1964 nata dalla penna dello storico Henry Littlefield, ha evidenziato come, sotto la divertente narrazione della storia di una bambina che, durante il suo pericoloso pellegrinaggio nel mondo di Oz, incontra dei buffi compagni di viaggio, ci sia un’allegoria politico-economica ben costruita che vorrebbe rappresentare la situazione statunitense del 1890. Nello specifico, l’autore si occupa dell’ascesa del populismo e del dibattito sull’opportunità di mantenere lo standard di valuta dell’oro, o cambiarlo con l’argento. Ecco in che modo lo storico Littlefield ha letto i personaggi e la storia.




Dorothy

Attraverso la figura dolce e gentile, ma comunque avventurosa, della bambina che ad un tratto ha visto la propria esistenza venire travolta da un uragano (letteralmente), l’autore vuole rappresentare l’americano medio, che durante gli anni venti del ‘800 ha visto, allo stesso modo, travolta la propria esistenza di semplici contadini dal sistema bancario nascente, in primis.





Lo spaventapasseri.

Immagine proprio di quei contadini del famoso Midwest, visti come rozzi, emotivi, senza cervello per l’appunto.







L’uomo di latta.

In pieno sviluppo industriale e durante la nascente società di massa, questo personaggio vuole appunto rappresentare l’uomo moderno occupato dal suo lavoro in fabbrica, alienato dalla propria natura umana e costretto al lavoro coercitivo.






Il leone codardo

Questa figura ha in sé una connotazione polemica, poiché vuole rappresentare una persona realmente esistita: William Jennings Bryan. Egli era quello che si poteva definire con termini moderni “leone da tastiera”; eroe del populismo, lo avremmo sicuramente visto su tutti i social a promulgare le sue teorie complottiste, no-vax e no-5G.






Le streghe malvagie

Rappresentano gli interessi politico-finanziari dell’élite dirigenziale statunitense, in particolar modo la strega dell’Est sembri rappresentare lo stesso Wall Street, il quale sarebbe dovuto cadere secondo i contadini dell’epoca.





Il sentiero con i mattoni dorati

Il movimento a sostegno dell’uso dell’oro come standard di valuta.











Le scarpette d’argento

Al contrario, era il movimento populista che sosteneva lo spostamento di importanza economica verso l’argento.








La città di Smeraldo e Oz

Sono chiari i riferimenti a Washington, D.C. e alla Casa Bianca, a cui capo ovviamente c’è il Presidente degli Stati Uniti.




UN PO' DI MORALE

Difficilmente conosceremo in modo chiaro gli intenti allegorici dell’autore, tuttavia gli spunti che ne possiamo trarre sono molto interessanti: leggendo la storia, oltre ai vari insegnamenti morali che possiamo trarre sull’intelligenza che era tanto agognata dallo Spaventapasseri, che era così impegnato a cercarla che non poteva accorgersi che era sempre lui colui che riusciva a trarre fuori dai guai i suoi compagni di viaggio in modo arguto e originale; o sul cuore che l’Uomo di latta cercava per poter diventare veramente un uomo come tutti gli altri, menomazione che non gli impediva di piangere ogni qualvolta toglieva la vita a un insetto sul sentiero che lo avrebbe potuto portare all’auto-realizzazione; o infine sul coraggio che il Leone sognava, così sarebbe stato in grado di diventare il re degli animali, ma di cui era carente, anche se era il primo che affrontava prontamente i vari nemici che il viaggio riservò loro.


UN PO' DI SOCIOLOGIA

Lo spunto sociologico riguarda un tema sempre attuale nelle diverse società: il potere. Il lettore attento avrà notato un elemento che diventa quasi un comun denominatore all’interno delle aspirazioni dei personaggi, ovvero la ricerca di un proprio regno, o al consolidamento del potere sui propri sudditi. Diverse sono le forme di potere che Baum rappresenta nella storia: partendo da Ovest e arrivando a Est ci sono i regimi totalitaristici delle Streghe cattive; passando da Nord a Sud i regni pacifici e solidali delle Streghe buone; giungendo infine al magnifico regno del Grande e Terribile Oz.


Proprio come i regimi totalitaristici, i regni di Est e Ovest, si reggono su un potere autoritario e dispotico. In particolar modo su alcuni elementi specifici di questa forma di Stato: assolutezza della leadership, controllo di ogni aspetto della vita di ogni singolo individuo e, infine, ricorso al terrore sistematico nella pratica governativa.


Una forma di governo completamente diversa è quella che vige nei regni governati dalla Strega del Nord e dalla Strega del Sud; sebbene possano essere comparati comunque a monarchie assolutistiche, l’intento governativo è ben diverso, ovvero il sostegno e la cura dei propri abitanti; con un’espressione moderna potremo definirla welfare.


Forse quel che maggiormente ci può colpire è il potere che si è creato il Mago di Oz. Il sociologo tedesco Max Weber lo avrebbe definito “carismatico”: un’obbedienza motivata dalla credenza nelle doti straordinarie del capo - ricordiamoci che il Mago è giunto dalle nuvole e solo un grande mago può avere tale potere - un rapporto fra regnante e sudditi che si poggia sul consenso incondizionato e irrazionale da parte di questi ultimi, conseguente a un ritualismo e una propaganda che incentra le attenzioni sulla figura infallibile del leader. Se l’omuncolo esperto di aerostati aveva realmente qualche potere, sarebbe stato proprio quello di creare un’immagine di sé talmente convincente da poter imbrogliare un intero popolo, capace di far costruire la Città di Smeraldo in poco tempo e in modo così magnifico da dover indossare degli occhiali con speciali lenti per poter ammirare tanta bellezza senza rimanerne accecati, talmente potente da istillare la paura nell’animo dei sudditi nel semplice nominare qualcuno che non avevano mai visto, se non protetto da un paravento.

Quel che Dorothy e i suoi amici fanno, potrebbe essere visto in chiave marxista come lo smascheramento dell’ideologia creata ad hoc dalla classe dirigente, nel caso del filosofo tedesco Karl Marx dei capitalisti, in favore di una maggiore consapevolezza da parte di un classe di sudditi, quali gli omuncoli verdi che si sono visti scomparire il proprio sovrano così com’era venuto – dalle nuvole – e al suo posto salire al trono lo Spaventapasseri. Ancora un altro esempio che ribadisce la previsione sbagliata del marxismo di una rivoluzione portata avanti dalla classe operaia, in favore dalla reale presa di potere di quella contadina, com’è avvenuta d’altronde nella nostra particolare storia o, ancora meglio, nell’Europa orientale con la nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, altresì URSS.



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